lunedì 5 ottobre 2009

Tira una brutta aria

Scrive oggi Federico Geremicca sulla Stampa:
"Libera informazione (con decine di migliaia di cittadini in piazza per una manifestazione;ndnick), Quirinale (il Capo dello Stato esplicitamente accusato da Di Pietro di essere un vile, con toni e argomenti mai ascoltati in precedenza;ndnick) e Corte Costituzionale (con l’ormai imminente pronunciamento dell’Alta Corte sul lodo Alfano;ndnick): contemporaneamente sotto violentissimo tiro incrociato. Poteri o organi dello Stato la cui funzione, fondamentalmente, è ergersi a garanzia che leggi ed etica pubblica siano rispettate. Non può essere un caso che al centro degli attacchi più aspri oggi siano capisaldi democratici il cui profilo dovrebbe essere la neutralità rispetto alle contese in atto.
E infatti, probabilmente, non lo è: probabilmente, anzi, quel che è sotto gli occhi di tutti è l’ennesimo frutto marcio del cosiddetto bipolarismo all’italiana. (...) quando la partita si fa così cattiva, non può meravigliare che nemmeno a chi dovrebbe esser neutrale e terzo sia permesso di esser tale: né a chi racconta o assiste alla contesa (l’informazione e il suo pubblico); né a chi è chiamato a fare da arbitro (il Quirinale); e nemmeno al guardalinee, in questo caso - appunto - la Corte Costituzionale. Quando si passa dalle parole ai pugni, la pretesa dei contendenti è che si stia o di qua o di là. E intendiamo entrambi i contendenti: perché se è vero che è stato Berlusconi a definire farabutti i giornalisti, è pur vero che è stato Di Pietro a dare del vigliacco al Capo dello Stato.
È certamente una vergogna. Ma con l’annunciata Apocalisse che sta per abbattersi sulla Corte - qualunque sarà il suo verdetto - non è nemmeno detto che il peggio si sia già visto".

Ma ci sono molti altri ad avere negative sensazioni, come Giampaolo Pansa:

"
Il bipolarismo si sta trasformando in un mostro. I due blocchi non si limitano a combattersi, com’è normale che accada. Ormai si odiano. E si odieranno con rabbia crescente. Senza preoccuparsi del veleno che spargono. Senza domandarsi quali effetti perversi avrà nel corpo di un Paese sempre più intossicato. Su questo sfascio campeggiano i cattivi maestri. Nella lunga stagione del terrorismo, venivano chiamati così gli intellettuali e i politici che alimentavano la violenza. (...) I cattivi maestri stanno su entrambi i fronti. Sul centrodestra, il più illustre è Silvio Berlusconi. A parole il Cavaliere combatte il disordine, ma nei fatti lo alimenta. Oggi vivremmo in clima meno intossicato se il premier fosse stato tanto saggio da controllare meglio la propria vita privata. Senza circondarsi di veline e di prostitute. Tutti possono chiamare a raccolta squadre di ragazze per le proprie serate allegre. Ma non tutti fanno il premier. Chi guida un Paese deve onorare i milioni di elettori che lo hanno votato. E non comportarsi come un satrapo malato di sesso. Ma pure sul centrosinistra i cattivi maestri guidano le danze. È una pessima lezione politica gridare che l’Italia non è più una democrazia. Che il Cavaliere è un sosia abominevole di Mussolini e di Hitler. Che la stampa non è libera perché imbavagliata da Silvio il Dittatore. Che quanti dissentono dal verbo dei maestri sono sicari prezzolati. Che il Parlamento è in mano ai mafiosi, ormai in grado di fare le leggi. Quest’ultima assurda lezione ha trovato la sua icona: un capo partito, Antonio Di Pietro, si è fatto fotografare davanti a Montecitorio con la coppola in testa e le smorfie da boss di Cosa Nostra. Una vergogna, ma per Di Pietro. Tanto ignorante da non sapere che la coppola non la portavano i mafiosi. Bensì i contadini siciliani e i sindacalisti che combattevano la mafia".

Questo clima di bipolarismo spinto si riflette naturalmente sull'informazione, il cui problema principale non sarebbe, secondo
Filippo Facci, una sua reale mancanza di libertà, quanto una sua vera e propria 'militarizzazione' determinata da questo bipolarismo conflittuale aperto, col risultato di schiacciare l’indipendenza di pensiero: volenti o nolenti ci si deve schierare (o lo ci si ritrova proprio malgrado) da una parte o dall'altra.

In tutto ciò anche il quadro politico, che fino a pochi mesi fa sembrava ragionevolmente stabile e sicuro, con un governo forte della sua schiacciante maggioranza (e un'opposizione assai debole), sembra oggi rendere possibili prospettive avventurose e dalle conseguenze assai incerte, se non inquietanti, come l'indizione di nuove elezioni anticipate che, in un quadro generale come questo, tenderebbero ad assumere i toni della resa finale.

Non c'è che dire: tira proprio una brutta aria.

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