Sul valore, la credibilità e il significato stesso dei premi nobel per la pace, da tempo s’erano creati motivi di perplessità (ad esempio dopo l'attribuzione del premio, nel 1994, ad un personaggio controverso come Arafat).
Ma certo, un premio nobel “d’incoraggiamento” non s’era mai visto. Perché di risultati significativi per la pace, sinceramente, al momento non mi pare che se ne possano attribuire ad Obama. Se non altro per una questione di tempo. Semmai a lui si può attribuire la creazione di nuove speranze e di nuove aspettative di pace, alimentate da splendidi discorsi, certamente, ma non è un po' troppo poco? E siamo sicuri che a queste premesse e a questi discorsi seguiranno fatti significativi e concreti?
Forse è proprio la materia così impegnativa – la pace – a rendere difficile l’attribuzione di un simile premio.
Riterrei dunque più sensato l’attribuzione di un nobel per la pace solo come premio straordinario (per casi eccezionale e indiscutibili: Gandhi ad es.) e non per obbligo di routine.
PS: tutto sommato, visto com’è andata, non era poi così assurda e improponibile la proposta fatta da qualcuno di candidare come nobel per la pace Silvio Berlusconi... Perché no?
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