lunedì 8 marzo 2010

Quel gran para del Berlusca...


Pareva un disastro irrecuperabile: Lazio e Lombardia sembravano essere destinate ad essere perse con una figura fantozziana. Con la perdita anche di una bella fetta di credibilità di tutto il Pdl.

Berlusconi ha deciso di giocare il tutto e per tutto ed è sceso in campo con una determinazione vicina all'arroganza per cercare di raddrizzare in qualche modo la situazione: ha fatto in modo e maniera di far passare quello che, obiettivamente, ai più sembrava improponibile.

Ma forse, macchiavellicamente parlando, ha avuto ragione lui ancora una volta.

Ha reso evidente il giuoco sporco del Pd, la sua tattica attendista di riconoscere l'obiettiva esigenza di trovare un compromesso per consentire comunque la partecipazione in queste elezioni al partito maggioritario, senza aver fatto alcuna concreta proposta per risolvere la situazione (come infatti ha denunciato Giorgio Napolitano: "non c'erano soluzioni politiche alternative") e limitandosi poi a denunciare lo scandalo di aver cambiato le regole del gioco mentre la partita era già in corso.

In una situazione in cui la soddisfazione degli italiani per il governo sta diminuendo, sia per il perdurare degli effetti della crisi economica, sia per l’ondata di scandali che hanno coinvolto personaggi del centrodestra, sia per le difficoltà e le divisioni all'interno del Pdl, Berlusconi, con l’indubbia capacità di saper condurre le campagne elettorali sui temi che preferisce, ha colto immediatamente l’occasione e ieri, intervenendo a sostegno del suo candidato in Campania, ha rilanciato lo slogan della «scelta di campo», sul fronte del collaudato motto «o con me o contro di me», una linea che - come giustamente sostiene Luigi La Spina sulla Stampa - da sempre costringe da un lato gli alleati a rinunciare alle ambizioni di una certa autonomia, dall'altro gli avversari ad unirsi nell’antiberlusconismo più scontato. Così cercando di assumere ancora una volta il suo congeniale ruolo di vittima (anche in prospettiva dei prossimi probabili sviluppi della situazione, in primo luogo i ricorsi contro il decreto e l'ostruzionismo alla sua approvazione) e riducendo il significato delle prossime elezioni ad un ennesimo referendum su Berlusconi.

E non è detto che non lo vinca ancora una volta. A dispetto di tutto e di tutti. Compreso la politica.

PS: l'immagine è tratta dal blog di Giovanni Angeli

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