sabato 31 luglio 2010
Auguri al Pdl
L'epurazione finiana ha decretato la fine del Pdl come partito unico del centrodestra e la nascita del partito unico di Berlusconi. O meglio ha tolto ogni possibile dubbio sul fatto che lo sia e lo sia sempre stato, nonché ha eradicato qualsiasi speranza che possa evolvere in qualcosa di diverso.
Oggi il Pdl è sicuramente qualcosa di più omogeneo - o meglio informe - e unisono, un apparato gelatinoso che si tiene attorno al suo presidente e attorno ai piccoli e grandi apparati di potere che ne costituiscono la vera ossatura, nonché la vera ragione di esistere (non considerando un elemento sufficiente e credibile la pur spesso ostentata "fede" nelle capacità del capo). Quanto ai principi e alle idee che pure avevano ispirato il suo progetto, è evidente la loro assenza o scomparsa, neanche più velata da un minimo di rimpianto (certamente non potendosi prendere sul serio i promotori della libertà - o dell'Amore? - della pur volonterosa e focosa Micaela Brambilla).
Gli uomini (e le donne) del presidente hanno solo un elemento denominatore comune: la fedeltà al capo. Che, a quanto pare, è l'unica cosa che conta per potersi considerare degni membri del Pdl. Anche i vecchi colonnelli ex-AN, come Gasparri e Larussa, si sono perfettamente adeguati a questo cliché, non avendo nulla da temere in questo alla concorrenza di fedelissimi da sempre come Bondi o Cicchitto. Anche loro appaiono "quel tipo di personale politico caratterizzato da intercambiabilità, indifferenza ed empirismo senza principi, piegati al mantenimento del potere" come Marcello Sorgi li paragona ai politici del Caf della prima repubblica. Certo non mancano nel Pdl persone brave e capaci, forse ancora convinte nei propri ideali ispiratori, anche intelligenti (caratteristica che, stante la necessaria assoluta sottomissione culturale al capo, deve rappresentare un vero handicap o almeno un elemento di oggettiva difficoltà per ritenersi senza imbarazzo membri del Pdl), ma che devono acquisire la speciale qualità di saper tenere bene a freno i propri pensieri e, soprattutto, la propria lingua: ogni idea e ogni iniziativa personale potendo mettere in discussione la fedeltà al capo, se non far supporre pensieri traditori e comportamenti cospiratori.
Questo è oggi il Pdl.
Auguri
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