mercoledì 13 ottobre 2010

La rinascita del conflitto d'interesse


Fino a un certo punto, il conflitto d'interessi berlusconiano, pur evidente ed eclatante, non è stato sentito come problema vero e grave da gran parte dell'opinione pubblica per merito dello stesso Silvio Berlusconi e della sua accorta, capace e prudente gestione dei suoi media. Nessuno poteva realmente avvertire alcuna 'cappa' né sostenere che fosse in atto una privazione della libertà d'informazione. Negli ultimi anni, tuttavia, una serie di elementi, a partire dal caso Mentana e la sua sostituzione, la scelta di Augusto Minzolini alla guida del Tg1 da parte dell'attuale gestione Rai e la sua conduzione piuttosto schierata, per finire ai recenti presunti "dossieraggi" fatti dal giornale di Vittorio Feltri, qualcosa è cambiato sensibilmente nell'opinione pubblica, non solo della parte politicamente avversa al cavaliere. Questo nuovo Berlusconi "tendenza Lavitola" (secondo la definizione di Carmelo Palma) ha dunque reso di nuovo esplosivo ciò che era rimasto a lungo latente e virtuale, facendo viceversa diventare molto più reale e tangibile l'immagine del “Caimano” della più accanita propaganda anti-berlusconiana. Un grave errore, frutto forse dell'illusione che il conflitto d'interessi fosse oramai un problema digerito e metabolizzato.

Tuttavia non tutto il male vien per nuocere. Così che l'iniziativa di presentare una privatizzazione della Rai proposta di da parte di Fli rende di nuovo possibile riportare la problematica della gestione - e degli sprechi - del servizio pubblico dell'informazione al centro dell'attenzione. Con quali risultati è difficile dire, ma si ha quasi l'illusione di poter tornare alle grandi battaglie civili del miglior partito radicale. In ogni caso anche solo porre la questione è già un fatto assolutamente positivo, pur nella consapevolezza che la privatizzazione della Rai di per sé non sia la soluzione del conflitto d'interesse e soprattutto che potrebbe rappresentare, se mal gestita, un problema nuovo e forse peggiore del precedente.
Del resto quello del conflitto d'interessi e del monopolio dell'informazione non è un problema solo nostro, a giudicare da quanto sta avvenendo in Inghilterra con Rupert Murdoch.

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