venerdì 8 ottobre 2010
Una brutta storia
Brutta storia quella della perquisizione della sede del Giornale e delle intercettazioni fatte ad alcuni suoi giornalisti. Perché pur non avendo simpatia alcuna per quella testata, per la sua linea editoriale, per le sue recenti campagne, per il conflitto d'interessi che la sua proprietà mantiene con il presidente del consiglio, non si può non esprimere solidarietà - seppure pelosa come quella manifestata da Giuliano Ferrara - nei confronti di coloro i quali almeno in questo caso con tutta probabilità risulteranno essere alla verifica dei fatti solo delle vittime di un sopruso a danno della libertà di stampa in Italia (probabilmente fatto nel maldestro tentativo di coinvolgere altri obiettivi). Dispiace poi in particolar modo il coinvolgimento del bravo Nicola Porro, la cui colpa non consiste certo nella qualità di reale intimidazione delle sue chiaccherate telefoniche con l'addetto stampa del presidente della Confindustria, quanto nella credibilità delle sue "minacce" derivata dall'essere riferite al giornale per cui lavora.
Alla fine di questa storia, tuttavia, sono convinto che gli unici che ne saranno veramente danneggiati saranno proprio la presunta vittima, Emanuela Marcegaglia - che dunque vittima finirà per l'esserlo veramente, ma non solo del Giornale - ma soprattutto la credibilità della magistratura. Almeno di certa - solita - magistratura. Come scrive qualcuno: "l’ennesima occasione sprecata per impedire a Woodcock di finire sui giornali e a Feltri e Sallusti di fare professione di vittimismo, col manganello nascosto sotto la giacca."
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